Prima del 2009, anno della vendemmia inaugurale per i vini Lampato, Tommaso Patricelli e Morena Lamonaca, marito e moglie quarantenni, conferivano le uve provenienti dalle rispettive aziende agricole alla Cantina Tollo. Poi la storia ha preso un'altra piega, per la volontà di una giovane coppia di costruire qualcosa di proprio e per la volontà di valorizzare la zona di produzione con dei vini che raccontassero delle colline pescaresi da cui provengono. L'unione fa la forza e fa l'azienda in questa bella storia di un Abruzzo che affonda schiettamente le proprie radici nella ruralità proiettandosi sulla contemporaneità del mercato enologico per fare impresa. Lampato, acronimo per i cognomi Lamonaca e Patricelli, nasce dall'unione tra le due proprietà vitate dei coniugi, nei comuni di Pianella (Castellana) e Spoltore (Cavaticchi): 40 ettari a vigna con la prospettiva di aumentare la superficie. Il sistema di allevamento è soprattutto a tendone, con gli impianti più datati che superano i quarant'anni, ma ci sono anche filari, specialmente per le vigne più giovani piantate in questi ultimi anni, molti altri vigneti sono stati messi a dimora nel 1998. Ci sono i vitigni autoctoni abruzzesi, Montepulciano e Trebbiano d'Abruzzo con Pecorino e Passerina, ma ci sono anche Moscato e Malvasia, Chardonnay e Pinot Grigio. I vini Lampato provengono da agricoltura biologica, perché l'azienda per il 70% è in conduzione bio e per la restante parte è in corso di conversione. Un'attenzione all'ambiente riscontrabile anche nella grande e moderna cantina, giocata sull'acciaio, coperta da pannelli solari per il sostentamento energetico. Con il compagno di strada, Nicola Paolucci, che cura la parte enologica, e la collaborazione di Nicola Di Ciano per quella agronomica, Tommaso Patricelli fa uscire dalla sua cantina la linea Magella con le tre Doc Montepulciano, Trebbiano e Cerasuolo d'Abruzzo e le due Igt Pecorino e Pinot Grigio, non filtrato quest'ultimo, due spumanti charmat, dolce e brut, da Moscato e Pecorino, e una riserva di Montepulciano da lunga permanenza in barrique, il "28 quintali".
Per il Moscato Dolce vinificazione in riduzione con macerazione a bassa temperatura, estrazione del mosto con pressa soffice e pulizia statica del mosto e presa di spuma in autoclave per circa 40 gg. Colore giallo paglierino scarico con perlage sottile e persistente. Bouquet aromatico e delicato con sentori di frutti gialli. Vivace ed equilibrato, retrogusto aromatico e persistente, dolcezza ben supportata dall’acidità.