Nel 1826 Paolo Caffarelli, nato Pierre Paul Caffarel, fondò una fabbrica di cioccolato a Torino, allora capoluogo del regno di Savoia. La ruota azionata ad acqua cominciò a macinare le prime fave di cacao provenienti da paesi lontani, rinomati per la particolare qualità delle loro coltivazioni, cosicché gli artigiani della fabbrica inventarono ricette squisite ed esclusive. Nel 1852, dai laboratori di quella che allora era solo una piccola bottega artigianale, fu presentato per la prima volta sul mercato un nuovo tipo di cioccolato ottenuto impastando accuratamente il cacao, lo zucchero e le famose nocciole “tonde gentili” del Piemonte. Nel 1865 questo cioccolatino assunse il nome di “Gianduiotto” e fu subito presentato nel corso del Carnevale di Torino. Il padrino fu naturalmente Gianduia, la simpatica maschera piemontese, simbolo della lotta per l’indipendenza e la libertà combattuta in Piemonte (cfr. Ferrero). Da allora in poi divenne uno dei simboli della città, al pari della Mole e delle automobili. Il primo logotìpo Caffarel era disegnato con tratto calligrafico di tipo inglese, molto diffuso nel primo Ottocento, usato dagli scrivani per stilare documenti ufficiali; compariva anche la scritta “prochet” che stava all’epoca ad indicare “successori, familiari”. In seguito il logotìpo si rifece al liberty, tipico del gusto romantico e spensierato della “belle epoque”, convivendo con logotìpi composti con altre grafie, specie negli incarti per il cioccolato: con tratti calligrafici, con ombreggiature, con svolazzi e con alfabeti d’avanguardia. Poi negli anni Quaranta l’immagine si rafforzò con la sola scritta “Caffarel” e senza ”Prochet”; il tratto diventò più robusto e deciso, testimonianza della crescente importanza che l’azienda andava assumendo. Nel 1981 il logotìpo diventò più calibrato e rigoroso tanto da riflettere lo sviluppo industriale nel rispetto della tradizione. Nel 1991 si è resa necessaria un’altra operazione di restyling del logotìpo dove è comparsa anche la frase con il riferimento storico all’anno di fondazione. La conservazione dello stile grafico non poteva che riferirsi ad una scrittura di sapore marcatamente litografico essendo, a quei tempi, questo processo di stampa su apposita pietra assai diffuso. Nel 2002 si è ripresa, attualizzandola, la scritta calligrafica degli anni Quaranta. Nel 2006, per festeggiare i 180 anni di tradizione, anche il marchio ha subìto un restyling: il logotìpo, che riprende le movenze del carattere di un marchio del 1916, è disposto in orizzontale all’interno di un ovale color nocciola e con il pay-off “eccellenza piemontese”; anche il packaging è caratterizzato da una grafica nuova ed elegante.